THE LAST WALL

THE LAST WALL di Carlo Bevilacqua www.carlobevilacqua.com

In occasione del 25° anniversario della caduta del Muro di Berlino, e del 40°anniversario della guerra tra greci e turco-ciprioti, la Settimana delle Culture di Palermo, ospiterà, 4 al 22 Novembre 2014, THE LAST WALL una mostra fotografica con un’installazione multimediale di Carlo Bevilacqua, per ricordare la lacerazione di Cipro e della sua capitale Nicosia, ultimo territorio e ultima capitale europea divisi da allora dall’ultimo muro politico, civile e militare ancora esistente in Europa.

Testi di Denis Curti, Fabio Mario Santopietro, Saverio Paffumi

A cura di Carlo Bevilacqua e Giulia Monroy

Reale Albergo Delle Povere Corso Calatafimi, 217 – 90121 Palermo

Dal 4 al 22 Novembre – Orari : 9.00/13.00 – 15.00/19.00 Chiuso nei giorni festivi

 

The Last Wall – Testo di Saverio Paffumi

Il 9 Novembre 2014 ricorrerà il 25 anniversario della caduta del Muro di Berlino ma quasi nessuno sa che in Europa, a Cipro e soprattutto nella sua capitale Nicosia, c’è ancora un ultimo “muro” militare e politico che divide una città e uno stato. Cipro, e soprattutto la sua capitale Nicosia, sono l’ultimo territorio europeo dove lo spettacolo dell’ultimo “muro” rimasto in piedi a dividere una capitale europea è in scena tutti i giorni

Un muro che divide la parte Greca da quella Turca, Non c’è tensione e neppure pericolo, alcuni “Check Point”, come queli di Ledra Street o di Ledra Palace, a Nicosia, si possono attraversare per transitare da Nord a Sud e viceversa senza grandi problemi.Nelle strade a ridosso del confine, spesso interrotte, nella parte greca da muri con i colori bianco e azzurro della bandiera ellenica e in quella turca con quelle della mezzaluna, pullulano da ambedue le parti di falegnamerie e officine meccaniche, ma l’atmosfera balcanica è identica. Palazzi disabitati e in rovina, con sacchi di sabbia alle finestre e nei balconi. Per le strade barricate di bidoni di ferro, vecchi elettrodomestici e carcasse di auto. Cambiano soltanto i colori del “muro”. Nelle strade del centro la stessa vivacità, vicino al muro la stessa depressione da semi-abbandono,

Oltre il “muro”, la terra di nessuno, la zona fantasma, una zona cuscinetto controllata dall’ ONU, dove vecchi palazzi cadono a pezzi e gli alberi crescono rigogliosi in quelle che una volta erano camere da letto o saloni da pranzo. Fino agli anni 60 c’era un solo centro storico adesso, dopo il tentativo di colpo di stato dei colonnelli greci, e l’occupazione del ’74 da parte dell’esercito turco, ce ne sono due, in stand by. Un limbo in cui i visitatori si insinuano in cerca di emozioni dove il confine non è in realtà tra greco e turco, ma tra abbandono e rinascita, tra luoghi perduti e luoghi da ritrovare. È questo forse il più importante muro da abbattere. Le barricate e le garitte delle Linea Verde, nonostante il loro aspetto minaccioso, cominciano a diventare un monito della memoria per non tornare indietro. Né a Cipro né altrove.

 

The Last Wall – Testo di Denis Curti

Come un fermo immagine sullo scorrimento di una pellicola cinematografica, l’otturatore si chiude davanti al panorama di Nicosia giusto nell’attimo che precede il temporale. La fotografia sembra fermare il corso degli eventi, conduce lo sguardo al di sopra della storia, suggerisce che sotto quel cielo carico di pioggia, nella valle protetta dalle montagne che si perdono all’orizzonte, nelle stradine che scorrono tra i palazzi illuminati di luce calda, accade qualcosa di inaudito, qualcosa d’inspiegabile, qualcosa che dopo vent’anni dalla caduta del muro di Berlino vale la pena ricordare.

Esiste un confine che dal 1963 divide Cipro, un muro che s’impiantò sull’isola per porre fine alle sanguinarie occupazioni e violente intolleranze di greci e turchi. Una barriera che sopravvive ancora oggi, che non genera più né scontri, né sofferenze, ma che ieraticamente sancisce l’immutabile differenza tra stati ricchi e stati poveri, tra ingiustizie tollerabili e guerre da debellare, tra muri da abbattere e muri da dimenticare.

Il panorama di Nicosia apre un viaggio fotografico lungo il confine interno della città, svelandone un volto spettrale, di villaggi abbandonati, palazzi rasi al suolo, torrette di avvistamento, fili spinati e sguardi straniati da un paesaggio irreale. Soldati di guardia ai confini, Pick-up militari, check-point e cartelli di divieti si svelano ai nostri occhi come simbolici strumenti utili solo a mantenere in vita l’ultimo muro, il simbolo di tutti i muri che nel mondo continuano selvaggiamente a dividere popoli e culture.

Una fotografia documenta che a Lidra Street la riproduzione di una vecchia immagine fa rivivere il dolore di una figlia che, con un gesto rassegnato, mostra il volto antico di un fierissimo padre morto in battaglia. Un’immagine che ci riporta al presente, ci conduce a guardare oltre una finestra e a ritornare per le strade di Cipro, dove i soldati continuano a sorvegliare il muro, dove il passato sembra riproporsi continuamente, dove si tramandano simboliche tracce di devastanti conflitti e strazianti abbandoni