FLOWERS

Text: Stefano Zecchi

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Perché ci sono i fiori? Niente in natura appare più inutile di un fiore. La bellezza e l’inutilità fanno dei fiori le aristocrazie naturali della terra. Un fiore può piacere, allora incuriosisce la sua forma, si apprezza il suo profumo e il colore. Si può amare un fiore, allora si protegge la sua bellezza, riconoscendone una propria vita origina­le, unica che va salvaguardata dalla violazione e dall’oltraggio. La fragilità del fiore insegna quanto sia preziosa la bellezza, che solo l’amore è in grado di salvare.

Perché si regalano i fiori? Per ricordare l’amore attraverso la sem­plicità della bellezza. Non è un caso che ogni fiore sia un simbolo dei sentimenti della vita: la passione, la gioia, la mestizia, la festa, il sacro, la gelosia, il divino… sono raccontati da un fiore, il suo lin­guaggio ha l’universalità di una nota musicale.

Perche si fotografa un fiore? Per non dimenticare la fantasia della bel­lezza, per fermare l’attimo e chiedere, come Faust, di poter continuare a vivere l’incanto della bellezza. La foto afferra l’immagine, ci trasmet­te la traccia di una forma, mentre l’originale è ormai lontano quando ammiriamo il suo simulacro attraverso la foto. La fotografia di un fiore ci comunica tutta la nostalgia della bellezza, un sogno che solo per un attimo è stato realtà quando il clik della macchina ha fermato nell’at­timo la realtà. Rimane l’immagine, svanisce la realtà, ma quell’imma­gine sarà sempre lì a testimoniare, con un fiore, la bellezza.

Maurizio Galimberti fa un grande, originale lavoro misurandosi con i testimoni della aristocratica bellezza della natura, consapevole della loro potenza simbolica, prudente per non oltraggiarne la qualità.

Di fronte a un fiore, il fotografo può rimanere ammaliato dall’idea di catturare con la sua macchina il segreto della bellezza: immagini perfette, colori che non trascurano le più lievi sfumature. Non è così per Galimberti che procede lentamente senza illudersi, e illuder­ci, di rappresentare la vita di un fiore attraverso il suo simulacro. Lentamente, perché si preoccupa di ritrarre qualche dettaglio per stimolarci a ricostruire con la nostra sensibilità il tutto: il particolare di un fiore è la tessera di un mosaico, perché nel mosaico il punto focale dell’immagine deve essere sempre, di volta in volta, definito. Un mosaico è avvolgente, domina lo sguardo, non gli dà la libertà di controllare l’immagine. Questa tecnica, nella fotografia, raggiunge con Galimberti una forza espressiva straordinaria.

Ho conosciuto personalmente Maurizio in occasione della Biennale d’Arte di Venezia, 2017. Come curatore del Padiglione Venezia, che avevo dedicato all’alto artigianato del lusso della città sulla laguna, volevo un’immagine moderna da accostare alla classicità. Nulla di più appropriato, e in sintonia con ciò che desideravo, dei mosaici fo­tografici di Galimberti, una maestria artigiana in perfetta coesistenza con la bellezza della tradizione: passato e presente s’incontravano nell’affascinante spazio del Padiglione Venezia.

La sua fotografia scompone l’oggetto, non per ricostruirlo in una presunta oggettività, ma per lasciare che l’immaginazione dell’os­servatore lo ripensi e lo riviva con la propria fantasia e sensibilità. Una tecnica, questa, molto appropriata per raccontarci la bellezza di un fiore.

Con una, due, nove tessere Galimberti s’immerge nel mondo dei fiori, gioca con le loro forme, con i colori, costringendoci a guardare un turbinio di forme e colori quasi inimmaginabili. La realtà si com­prende oltrepassandola, rendendola surreale, mai però, tradendo la verità. La verità di un fiore non può essere catturata, sfugge, si nasconde, riappare diversa, proprio perché la bellezza è una verità che non può mai essere colta una volta per tutte, è un orizzonte di significato che impegna la conoscenza, non le dà tregua.

Galimberti s’intrattiene con le immagini dei fiori ma anche con noi per comunicarci che in questi suoi mosaici floreali c’è un simbolo della bellezza che noi c’illudiamo di afferrare: esso è cangiante come l’indefinibile qualità dell’immagine di un mosaico che ci rappresenta il dettaglio e il tutto in una varietà continua di forme che, esaltando la nostra percezione, la lasciano naufragare nella bellezza

Immagini di Maurizio Galimberti – www.mauriziogalimberti.it

Testi a cura di Stefano Zecchi

Coordinamento Antonella Cozzolino

Editing Luciano Giuliani

Prestampa

Servoffset New – Milano

Volume edito da Centro Diffusione Arte

Via Imbriani, 18 – Milano

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con

qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari

dei diritti d’autore.

Finito di stampare nel mese di febbraio 2018

presso GECA – San Giuliano Milanese (Milano)

Photographer:
Maurizio Galimberti
Location:
ARMANI LIBRI MILANO
Text:
Stefano Zecchi
Press Office:
Antonella Cozzolino