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SIMONA CORSELLINI

La moda che porta il mio nome:
SIMONA CORSELLINI

Intervista: Valentina Marchioni

Photo: Stefano Guindani

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Dalla sua fondazione, il marchio Space Style Concept ha collezionato successi e consensi tra addetti ai lavori, ma anche fashionists e fashion bloggers. Ora però il marchio cambia nome. Ma non identità. “Con il nuovo corso inauguriamo un modo nuovo di raccontare la storia del brand, che è anche la mia storia.” racconta Simona Corsellini, anima e creatrice del marchio che porta il suo nome. Creatività e made in Italy si mescolano ad un’estetica decisa e femminile che supera i confini del lusso convenzionale.
Space Style Concept, che oggi diventa Simona Corsellin rafforza i valori che da sempre distinguono l’azienda e che Simona ci racconta così.

  1. La donna di Simona Corsellini è una donna forte eppure molto femminile.
    L’uso che fai della seta, ad esempio, ne evidenzia la raffinatezza ma anche la perseveranza ed il carattere. Cosa vuol dire per te “essere una donna forte” e come si esprime questa forza nei tuoi capi?

Essere una donna forte significa essere una donna consapevole. La mia moda è libera perché lo sono anch’io: tendo a non sottomettermi ai diktat del fashion system, la mia moda è reale, concreta, per donne vere che vivono la vita vera. C’è necessità di abiti da vivere, senza rinunciare mai all’espressione della propria femminilità e personalità.

  1. Quando hai capito che la moda sarebbe stato il tuo lavoro?

La moda mi appartiene da sempre, l’ho amata e respirata fin da bambina. Mia madre mi metteva seduta per terra su uno scampolo di tessuto e io me ne stavo lì per ore a ritagliare dai giornali i vestiti che mi piacevano, poi componevo i miei look per occasioni immaginarie. A soli 20 anni lavoravo già attivamente, facendo tante rinunce in termini di libertà, ma non mi pesava affatto, perché stavo facendo ciò che più mi rendeva felice e libera. Ero molto giovane e, nonostante fossi davvero molto determinata, le persone hanno faticato a prendermi sul serio. Ho iniziato con una mini produzione di sole t-shirt, ed oggi sono qui.

  1. Quali sfide hai dovuto superare per affermarti come stilista?

Essere affermata nel mio lavoro ha comportato il dover prendere scelte precise a volte un po’ sofferte. Vivere a Bologna e non a Milano è una di queste, ma la mia famiglia è qui, i miei amici più cari sono qui e non sarei felice lontano. Mio figlio ha diritto ad una vita più “a portata d’uomo”. Milano, che adoro, è una città che non perdona. In nessun senso. Molti miei “colleghi” hanno un’anima profondamente social. Sono continuamente su Instagram con video e foto improbabili, per non usare altri termini. Nel periodo storico in cui viviamo tutto questo li ha certamente aiutati ad essere più visibili, e quindi più affermati. Io non sono così, sono ancora convinta che essere invisibili sia un superpotere e che certe parti della propria vita vadano custodite con cura.

  1. Qual è il capo delle tue collezioni -passate e presenti- a cui sei più legata e che meglio ti rappresenta?

Delle collezioni passate senza dubbio un abito lungo in georgette di seta color zafferano della collezione dedicata a Marrakech. In quell’abito è racchiusa l’essenza della femminilità, quella più autentica. E’ diventato un compagno di viaggio per le mie vacanze estive. Della collazione che porta il mio nome in uscita a settembre nei negozi la tuta smoking monogamba, sexy al punto giusto.

  1. Ti descrivi come una perfezionista, caratteristica questa che annoveri come tua più grande forza e debolezza allo stesso tempo. Dici anche di aver capito con gli anni che “era più faticoso lasciar correre e far finta di niente che impegnarsi ogni volta fino all’estremo”, cosa intendi?

Essere una perfezionista in tutto richiede dedizione allo stato puro. Io amo fare le cose, anche le più semplici, con stile e personalità. Lo stile è ciò che sei, ed essere una perfezionista è il mio modo di essere. Non ne conosco altri. Io ho bisogno de sentire che ho dato il massimo, in ogni cosa, forse perché detesto i rimpianti, non mi appartengono. Alla fine di una collezione ciò che più mi appaga è questo, sentire di aver dato tutto.
Ho dovuto lottare molto perché questo non venisse letto come un limite dalle persone che mi vogliono bene e mi sono affianco nella vita privata e nel lavoro. Ho capito che prima dovevo accettarmi io, senza violentarmi ad essere diversa per compiacere gli altri. Il mio staff mi conosce e oggi posso dire che mi apprezza per ciò che sono, esigente con me stessa tanto quanto lo sono con gli altri.

  1. Che momento storico è questo per la moda italiana?

Purtroppo devo dire che è un momento caratterizzato dal cattivo gusto. Tutto è massificato, senza identità. Essere innovativi è giusto ma, per esserlo non devi mai sfociare nel brutto. Ciò che più mi avvilisce è la non qualità che si respira.

  1. L’ambizione della tua azienda è quella di fare investimento worldwide. Avete già in mente dei mercati specifici? Quali? 

Indubbiamente il Medio Oriente ci sono donne bellissime curatissime, che amano molto il mio stile


CAPSULE PROFILE
qualche piccola intimità per conoscere meglio Simona..

  • Must have di stagione LA TUTA SMOKING MONOGAMBA
  • Non manca mai…
    …in valigia UNA T-SHIRT BIANCA
    …nella borsa UN ROSSETTO ROSSO
  • Ho letto che ami avere ospiti a casa. Piatto forte (da cucinare o mangiare) CAPE SANTE SU CREMA DI PISELLI E PRIMAVERA NEL PIATTO. BUONISSIMO, SUPER LIGHT E BELLISSIMO DA VEDERE.
  • Canzone preferita I SAY A LITTLE PRAYER, DI ARETHA FRANKLIN.
  • Libro o film? LIBRO: IL FAMOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON; FILM: VI PRESENTO JOE BLACK
  • Il segreto di bellezza DETERGO SEMPRE IL VISO PRIMA DI CORICARMI E FACCIO ABUSO DEL ROSE OIL DI SUSANNE KAUFMANN. NATURALE AL 100%, LASCIA UNA PELLE DA URLO!!!

Photographer:
Stefano Guindani
Designer:
Simona Corsellini
Interview by:
Valentina Marchioni