INDIAN STILLS

XTV Productions & Parallelozero presentano

di Carlo Bevilacqua

Limited Edition Photo Book

Le immagini di Indian Stills sono state realizzate dal fotografo Carlo Bevilacqua esattamente vent’anni fa, in occasione di un viaggio in India, con una fotocamera di grande formato (9×12 cm ) utilizzando una pellicola Polaroid in bianco e nero con recupero del negativo. La serie è oggi raccolta in un volume rilegato a mano, proposto in edizione limitata di 100 copie e accompagnato da una stampa fotografica. La pellicola utilizzata, la Polaroid T 55 BN 9×12 cm, non più in produzione, è riconoscibile per la traccia lasciata dai materiali di protezione ai bordi dell’emulsione del negativo che è stato successivamente digitalizzato e stampato. Indian Stills è disponibile presso alcune librerie specializzate come Hoepli e Corso Como 10 di Milano oppure su Amazon o scrivendo direttamente a info@xtvproductions.itIndian Stills é stata esposta in varie rassegne e festival di fotografia sia in Italia che all’estero come la Biennale di Fotografia di Brescia, il FotoGrafia Festival di Roma OFF, il Boutographies di Montpellier, il Turin Photo Fest, nel circuito Off di Fotografia Europea di Reggio Emilia, al Nerhu Center e alla 118 Gallery di Londra. Premiata al SI FEST di Savignano Immagini, Menzione d’onore al IPA Awards (International Photographic Awards) e all’American Photo. Indian Stills ha anche contribuito a supportare progetti di Onlus operanti soprattutto in India come Pyari e CINI.

Trenta immagini per l’india

(Testo dal catalogo della Biennale di Fotografia di Brescia ) di Mauro Corradini docente di storia dell’arte presso la “Laba” (Accademia di Belle Arti di Brescia) e critico d’arte.

Indian Stills richiama l’incanto di un mondo fatto di silenzi, di imperturbabile solennità, di una forza interiore che travalica i tempi e giunge fino a noi dalle profondità della storia, ma senza quelle forme, fastose e magiche, degli antichi luoghi di una civiltà millenaria come quella dei Maharajah Indiani e che pochi segni esteriori possono tentare di svelare. I personaggi di queste fotografie, ci incantano sfuggendo ad ogni condizionamento temporale, ad ogni cronologia. Ci osservano dalla lontananza di una civiltà che ha dato loro i tratti, i segni, il portamento  di una cultura che ci sfugge, ancorata come è ai ritmi interiori dell’animo. Le pose sono riconducibili a poche scelte: figure in piedi, riprese in ambienti quotidiani, spesso in cortili interni, contro muri di mattoni senza intonaco, oppure ritratti, volti ravvicinati, che con fierezza e serietà si propongono per illustrare una storia. Posano per noi, senza quel folklore, che troppo spesso trasforma tanti ritratti in cartoline turistiche, per fare entrare il lettore in una civiltà, antica almeno quanto la nostra, facendo emergere il senso antico di una cultura che sfugge ai dogmi della cosiddetta modernità  attraverso i silenzi di un’immobilità e di una staticità che le pose propongono. I volti, le pose, la pacatezza degli atteggiamenti dei soggetti ci introducono in una dimensione che scruta i secoli svelando la quieta grandezza di una dimensione di vita. Calmi e sereni questi volti, anche quelli dei bambini, pur nella normale irrequietezza dell’età, sembrano rinviare un senso di superiore armonia. Solo in alcuni casi, di fronte al Deserto di Jaisalmer, per esempio, o nella Città d’Oro (Jaisalmer,The Golden City ), che appare in lontananza come un miracolo della natura più  che una costruzione degli uomini, di fronte alla mucca sacra che si muove liberamente nella quotidianità della vita o di fronte al Palazzo dei Venti (l’Hawa Mahal di Jaipur), il paesaggio indiano entra in noi, viene attraverso il rigore del bianco e nero. Queste immagini appaiono come il segno di un fuori-dinoi,che tocca il nostro sentimento attraverso  l’emozione di un incanto di fronte alla sua visione nelle mille sfumature che solo il bianco e nero possiede. Articolando lo spazio, lo sguardo indaga il silenzio pensoso di una Donna di Jaisalmer, la figura venerabile di un Mahatma; scandisce la profondità e la tensione emotiva di un Sâdhu o la fierezza incantata di un Rajput anche se nano. (Dwarf Rajput). Sono le figure quotidiane, le Bambine che si accalcano contro il muro, non sai se per difendersi nell’unione o per entrare nel rettangolo magico che fisserà i loro visi, è l’anziano rinvigorito con la sua bicicletta (Cycle Vala), o l’intoccabile (Dalit Woman) che tiene in ordine un piccolo ma sacro cortile, a trascrivere il senso di una quotidianità che sembra sfuggire ad ogni cronaca, per trasportarci di colpo nella storia. In questo senso, la fotografia tanto rappresenta un qui e ora lontano dal nostro sguardo, quanto sintetizza un’idea, una forma, che riesce attraverso il rigore, il ritmo pacato, la simmetria e la misura di una classicità ritrovata, a farci assaporare un luogo, accostarci ai personaggi di una storia che quanto più avviciniamo, tanto più sembra allontanarsi nella profondità di un desiderio e nell’incanto di un’emozione.

         

Photographer:
Carlo Bevilacqua @ XTV Productions
Art Direction:
Massimo Flameni
Equipment:
Fotocamera 9 x 12 cm con Polaroid T 55 BN
Text:
Mauro Corradini