JOHN RANKIN WADDELL IN ARTE RANKIN
RANKIN
FROM PORTRAITURE TO FASHION
18 OTTOBRE 2019 – 24 FEBBRAIO 2020
29 ARTS IN PROGRESS GALLERY, VIA SAN VITTORE 13, 20123 MILANO
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Non sarà una mostra ma uno show. Rankin arriva a Milano alla 29 Arts in Progress Gallery e promette, dal 18 ottobre al 24 febbraio, una sua personale in continua evoluzione intitolata Rankin From Portraiture to Fashion.
Ancora una volta la star della fotografia britannica, personaggio geniale ed eclettico non si smentisce e rivela il suo estro artistico. Nell’arco dei quattro mesi previsti per l’esposizione milanese, l’artista annuncia la presentazione dei suoi lavori più iconici e di quelli più concettuali, dai ritratti alla moda, ma li presenterà al pubblico con frequenti cambiamenti di opere. E, per celebrare le tappe Fashion del calendario milanese come il Vogue Photo festival e il Fashion Film Festival, (entrambi a novembre) e la Milano Fashion Week (a febbraio) gli allestimenti verranno rinnovati in toto.
La storia della creatività dell’autore britannico cinquantenne nasce durante il periodo studentesco dove inizia la sua esperienza nel campo della fotografia di moda e concepisce il suo primo progetto editoriale, Dazed & Confused. “Non ho mai pensato a me stesso come fotografo di moda tout court. Mi piaceva fotografare le persone ed entrare in contatto con loro più che focalizzarmi sui vestiti. Il mio primo shooting alle star, per esempio, è stato con il duo Gilbert&George. E la foto finale che abbiamo scelta ritraeva le loro gambe intrecciate, era un semplice scatto, dalle scarpe eleganti ai pantaloni di tweed, loro si riconoscevano in pieno e poi, il modo in cui le loro gambe erano unite dimostravano la natura intima della loro relazione. In quel momento ho realizzato che per valorizzare la fotografia di moda si doveva trovare una storia da raccontare, qualcosa che andasse oltre l’immagine. E ho mantenuto questa convinzione per ogni servizio di moda aggiungendo una narrazione e una connessione emozionale ad ogni lavoro. Ho costruito il mio stile al di sopra delle tendenze, fotografando modelle dalle taglie extralarge o persone con disabilità. Il mio obiettivo è celebrare le persone e non la moda”.
Ma qual è stato lo scopo del progetto editoriale Dazed & Confused e a quale pubblico pensava di rivolgersi? “Quando ho iniziato Dazed & Confused con Jefferson Hack, pensavamo a un pubblico come noi. Era un periodo molto creativo in UK ma non c’era una rivista che riflettesse il nostro mondo e avesse un senso reale dello humour. E Dazed andava oltre il porsi delle domande e il divertimento. Il primo numero dichiarava Queste sono idee urbane per persone creative. Gente che vuole leggere qualcosa d’altro. E credo che questo può spiegare tutto”.
Come organizza il suo lavoro? Ha un team a cui si affida? “Mi piacciono le collaborazioni. Fa parte del mio processo creativo. Con il team della mia agenzia RANKIN, facciamo brainstorming quotidiani per trovare nuove idee per campagne editoriali, social media verticali e anche per pensare nuovi giornali. Ma collaboro sempre con tutti, dai miei clienti agli artisti del make-up. Mi piace costruire un ambiente dove ognuno ha il suo spazio. Dopo quasi trent’anni di carriera ho imparato che non si può essere un lupo solitario per sopravvivere nel campo della creatività”.
Lavori editoriali, giornali sperimentali e curatissimi, libri e campagne pubblicitarie, creazioni di trend, una particolare attenzione ai problemi umanitari e così via… E cosa ha in mente di ultra innovativo per il prossimo futuro? “Il futuro è vario. È politicamente impegnato ed è etico. Sempre di più i giovani spingono le cause in cui credono. Quanto a me, posso creare una piattaforma per la gente per una collaborazione proficua e per portare nuovi pensieri e nuove idee a una platea sempre più ampia. Penso che ogni innovazione può diventare reale partendo dall’ascolto delle idee espresse da un gruppo, condividendole e parlandone ad ampio raggio. Sono elettrizzato da UGC (i contenuti generati dagli utenti, nrd). Penso rappresentino il futuro per le industrie creative. La tecnologia si sta democratizzando. Si possono usare App per aggiungere filtri a Photoshop e con Tik Tok i bambini creano effetti innovativi e si avvicinano a future professionalità nel campo editoriale.
Nella mostra From Portraiture to Fashion a Milano saranno esposti molti ritratti e molti lavori concettuali. Ogni ritratto ha uno storia e nasconde una sua propria anedottica. Ne può raccontare una per i lettori di Popdam Magazine? “Tutti vogliono sapere come è stato fotografare THE QUEEN. E devo dire che quando mi sono avvicinato a Palazzo non pensavo a lei come a una persona finché non l’ho sentita ridere mentre entravo ma, avevo il tempo contato per lo shooting. E in quel momento ho pensato che volevo un ritratto con la regina sorridente e ho passato i minuti a mia disposizione chiedendo Mam’m, would you just smile please? E dei 100 scatti che ho realizzato nei quattro minuti che mi hanno concesso per fotografarla, ho salvato solo quelli in cui sorrideva. Non era quello che avevo concordato all’inizio con il suo staff e mi sembra di ricordare che mi era stato detto che un’immagine così non era molto appropriata per il Golden Jubilee. Da allora è diventato uno dei miei ritratti più iconici”.
Mariateresa Cerretelli
Il cultural provocateur e fotografo britannico Rankin per la prima volta in mostra in Italia presso la 29 Arts in Progress Gallery a Milano con il supporto di Piaget.
Piaget rinnova il proprio legame con il mondo dell’Arte scegliendo di essere cultural partner della mostra “Rankin – from Portraiture to Fashion”.