Leila Alaoui
Le sue immagini raccontano realtà sociali attraverso un linguaggio visuale che combina la profondità narrativa del racconto documentario e la sensibilità estetica dell’arte. Leila Alaoui, fotografa franco marocchina, nata a Parigi nel 1982, dopo aver studiato fotografia a New York e aver vissuto tra il Marocco, il Libano e Parigi, il 15 gennaio 2016 è stata vittima di un attacco terroristico in Burkina Faso mentre lavorava per Amnesty International ed è morta tre giorni dopo in seguito alle ferite riportate. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste come The New York Times ed esposto in manifestazioni come Art Dubai o la Maison Européenne de la Photographie a Parigi.
Tra i suoi progetti più noti, spicca Les Marocains, presentato nell’edizione 2017 del Photolux Festival, Biennale di Fotografia a Lucca dove il tema centrale è stato Mediterraneo.
La mostra di Leila Alaoui è stata curata da Alessandra Mauro in collaborazione con la Galleria Continua.
“ Aveva uno stile preciso, un tocco leggero e un tratto particolare: i suoi lavori fotografici erano quasi sempre incentrati sui temi dell’identità, dell’incrocio complesso ma spesso salvifico di culture del Mediterraneo nelle sue diverse sfumature linguistiche e nelle sue possibili accezioni culturali, delle migrazioni e dell’antica e quanto mai attuale necessità di superare le frontiere”, scrive la curatrice. Per Leila Alaoui , la sua identità marocchina era una risorsa anche professionale e le permetteva di superare barriere e di avvicinare persone e situazioni che ad altri erano precluse.
È precisa la descrizione di Alessandra Mauro nella descrizione del suo metodo di lavoro di fotografa:
“Con uno studio mobile aveva percorso il suo paese fino nelle zone rurali più inaccessibili per ritrovare i “tipi” umani e ritrarli con tutta l’accortezza, la concentrazione e l’accuratezza che uno studio fotografico permette. E nelle stampe di grande formato i suoi ritratti marocchini con la loro postura elegante e lo sguardo fiero trasmettono tutto l’orgoglio, la dignità e l’antica sapienza che un popolo può e deve trasmettere”. E queste immagini “testimoniano tutto l’amore e l’entusiasmo che la fotografa franco marocchina, scomparsa a 33 anni, aveva per il suo lavoro, per la sua terra e per il mondo del Mediterraneo”.
Mariateresa Cerretelli
Mostra a cura di Alessandra Mauro @ Photolux 2017
Courtesy Fondation Leila Alaoui & Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana