“L’Estetica della Ribellione di Gian Paolo Barbieri”

di Mariateresa Cerretell

 

L’estetica della Ribellione di Gian Paolo Barbieri.pdf

 

Nel mese di ottobre Gian Paolo Barbieri, uno dei fotografi più influenti della seconda metà del Novecento ha ricevuto a New York il premio Fashion Photography alla 16° edizione dei Lucie Awards. Il Lucie Awards è il progetto di punta della Lucie Foundation, l’organizzazione no-profit caritatevole la cui missione a tre livelli è quella di onorare i grandi fotografi, scoprire e coltivare talenti emergenti e promuovere l’apprezzamento della fotografia, in tutto il mondo. E sempre a ottobre, Gian Paolo Barbieri nella sede della Fondazione che porta il suo nome, ha presentato L’Estetica della Ribellione – Il Sessantotto , una straordinaria galleria con le immagini di moda più iconiche dell’artista scattate negli anni Sessanta. Quegli anni di protesta e di rivolta in nome di un radicale cambiamento della società hanno rappresentato per Barbieri lo specchio di una profonda ribellione di creatività rispetto ai canoni imperanti. Il titolo dell’esposizione infatti riflette la luminosa genialità di Barbieri che ha scritto un nuovo capitolo della storia della moda. Sono immagini della fine degli anni Sessanta, trionfali e scenografiche, frutto di una grande ricerca e di una cultura artistica senza confini che hanno conquistato i grandi marchi e tra i primi Valentino, Bulgari o Saint Laurent e le copertine delle riviste più cult come Vogue o Linea Italiana. Gian Paolo Barbieri con la sua memoria invidiabile, ricorda la costruzione di ogni sua immagine e ha commentato le fotografie presentate nella Gallery di Popdam Magazine.

Mirella Petteni, 1967

“Valentino in quell’anno fece una collezione ispirata al Nord Africa e quindi ho pensato di costruire un deserto proprio sotto al suo laboratorio dove c’era un appartamento in disuso. Ho allestito una pedana di legno inclinata con la ricostruzione delle montagne usando il carbone bruciato e ho riempito tutto lo spazio con il semolino”.

Lilly Bistrattin, 1969

“La cultura giovanile Hyppie arrivò in Europa dall’America e fu una ventata di stile bohémien, anticonformista, libero e colorato con richiami all  natura, sia nello stile di vita sia nei dettagli con decorazioni di fiori e di frange”.

Mirella Petteni per Valentino, 1968

“A quell’epoca eravamo tutti molto complici e le modelle erano molto brave nei movimenti e nella gestualità. Ce n’erano poche ma erano tutte perfette, tutte colte, tutte delle grandi signore con una bella personalità”. E Gian Paolo Barbieri cita tanti nomi, da Iris Bianchi a Isabella Albonico, da Isa Stoppi ad Alberta Tiburzi o a Marina Schiano.

Pat Cleveland, Vogue Italia, 1970

“Pat Cleveland è stata la prima modella afroamericana e ha trionfato sulle passerelle e con Iman, divenne un’icona della rivoluzione della moda. L’ispirazione per questo servizio e in particolare per questo scatto è venuta perché conoscevo il lavoro di Contenotte. Abbiamo steso su un foglio di plastica un colore ad acqua (in questo caso il rosso) e poi abbiamo inserito il secondo colore ad olio, così i colori non si mescolavano. Tutto veniva illuminato dal sotto di una struttura sollevata da terra. Con Contenotte avevamo una bella intesa di amicizia e con lui andai a Parigi a presentare i colori del nuovo make up di Revlon. Abbiamo costruito sul palcoscenico di un teatro tre enormi schermi su ciascuno dei quali era proiettato un colore diverso. I colori si muovevano grazie a Contenotte che aveva un proiettore dove veniva inserito un vetrino doppio che non permetteva però ai colori di mescolarsi. Nei vetrini, oltre il colore, avevamo posto un po’ per volta il colore del nuovo make up. Abbiamo cominciato ad inserire prima una ciglia, poi un occhio, poi le labbra, poi una parte di volto etc. Infine appariva sui tre schermi il volto totale della modella. Fu un successo”

Ivana Bastianello per Valentino, 1969

“Non solo gli abiti ma anche il trucco e le acconciature ebbero un totale restyling diventando più voluminosi, importanti, trionfali, super femminili. Capelli sciolti o toupet curati e reinventati da grandi come Aldo Coppola o Dina Azzolini”.

Ivana Bastianello, Daily Telegraph, Spagna, 1969

“Un’immagine audace che non ha scatenato nessuna reazione negativa. La bellezza del corpo femminile, esposto con totale sicurezza e lo sguardo distaccato accentuano la sensualità della modella”.

ll video proiettato alla mostra è un collage realizzato con sezioni dei seguenti video presenti su You Tube:

Ossie Clark and Alice Pollock, London, 1968 –  Observe Fashion Show, Paris, 1968 – Paco Rabanne, Paris, 1969 – André Courrèges, Paris, 1968 –

Cinetic Fashion by Paco Rabanne, Paris, 1967 – Mary Quant Show, Cariton Tower Hotel, London 1967 – Rai Storia “I divi della fotografia”, 1968 – Rai Uno “Oltre Moda”, 2007

Si ringrazia :

www.fondazionegianpaolobarbieri.it – Tel: +39 0255194154 – Via Lattanzio 11 – Milano

IG: @fondazionegianpaolobarbieri

TW: @FondazioneGPB

FB: @FondazioneGianPaoloBarbieri

Photographer:
Gian Paolo Barbieri
Models:
Mirella Petteni, Lilly Bistrattin, Pat Cleveland, Ivana Bastianello
Special thanks to:
Www.fondazionegianpaolobarbieri.it
Text:
Fondazione Gian Paolo Barbieri - Carlo Ducci
Interview by:
Mariateresa Cerretelli