Parimpampùm
Le bambine magiche nelle figurine
11 marzo – 16 luglio 2017
Le bambine e le ragazzine di oggi hanno decretato il successo clamoroso delle Winx, un manipolo di streghette legate da una grande amicizia e dotate di poteri particolari che vivono avventure spericolate in un mondo colorato e meraviglioso. Ma chi sono le antenate delle Winx? La risposta a questa domanda la fornisce la mostra Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine. Dall’11 marzo al 16 luglio la città di Modena ospita a Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) una mostra dedicata alle antenate delle Winx. La mostra è dedicata alle bambine magiche dei cartoni animati giapponesi, personaggi come L’incantevole Creamy, Magica magica Emy, Sandy dai mille colori, Lulù l’angelo dei fiori, Ransie la strega, Magica Doremi, Sailor Moon, la risposta al femminile ai tanti cartoni arrivati dal Giappone a partire dagli anni ’80 dominati da figure declinate al maschile come i robot di cui tanti ancora conservano un vivido e nostalgico ricordo. La mostra, curata da Francesca Fontana e Thelma Gramolelli, approfondisce uno tra i più importanti temi narrativi che hanno caratterizzato il boom dell’invasione degli anime in Italia, attraverso l’esposizione di una serie di album e figurine risalenti a quegli anni.
È proprio in quegli anni che i cartoni animati provenienti dal paese del Sol Levante cominciano a popolarsi di mahō shōjo, ragazze magiche che, grazie all’aiuto di folletti e oggetti magici assumono sembianze diverse per affrontare piccoli e grandi problemi quotidiani. In un periodo in cui in Giappone le donne stavano iniziando a emanciparsi e il mondo si preparava all’avvento del girl power degli anni ‘90, tra tematiche sentimentali e componenti fantasy, queste eroine coraggiose percorrono quasi sempre un percorso iniziatico che alla fine le porta a raggiungere una nuova consapevolezza di sé e delle proprie capacità.
Il termine ‘mahō shōjo‘ (ragazza magica) indica una particolare categoria di manga e anime, molto popolare tra il pubblico femminile, in cui le protagoniste sono giovani majōkko (streghette): tali personaggi traggono origine dalla tradizione occidentale, ma attraverso la matita dei disegnatori nipponici si trasformano in graziose e vivaci ragazzine, vere e proprie icone di femminilità ben distanti dalla tipica strega, vecchia, brutta e spaventosa.
Come scrive Francesca Fontana in un saggio dedicato al tema, queste forme culturali sono anche il frutto di profonde trasformazioni che investono la società nipponica. E’ proprio in quegli anni che inizia un complicato e difficile processo di emancipazione femminile che si articola dentro una società caratterizzata dalla forte permanenza di strutture di potere tradizionali. Così le giovani streghette possono essere lette come un sintomo, un segno di questo bisogno di indipendenza e libertà cui le giovani donne nipponiche aspirano.
L’impetuoso processo di modernizzazione tecnologica del paese è un altro elemento che si può leggere in filigrana osservando i cartoni giapponesi dell’epoca, un aspetto comune sia ai cartoni al femminile che a quelli al maschile. Processo tutt’altro che lineare, esso provoca l’insorgere di tensioni tra conservazione e innovazione, tra identità legata ai tempi e modi della tradizione e occidentalizzazione degli stili e dei modelli di vita. Queste tensioni traspaiono anche nella narrazione dei manga e dei fumetti dell’epoca in cui la magia è un insieme di conoscenze e saperi (tecnici e tecnologici) che viene da un mondo altro, una metafora di quei processi sociali in atto che porteranno il Giappone a essere, nel volgere di pochi anni, la potenza iper-tecnologica che tutti conosciamo.
E’ per questo che la mostra Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine guarda al genere mahō shōjo non solo come un prodotto di svago dedicato ai giovani e agli amanti dei fumetti e dei cartoni, ma anche come a un’espressione culturale straordinariamente efficace nel raccontare un momento fondamentale della storia del Giappone e della società nipponica.
a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli
info: www.museodellafigurina.it – tel. 059 2032919
Museo della figurina, Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande n. 103 – Modena
Orari
mercoledì-venerdì: 10:30-13; 16-19.30
sabato, domenica e festivi: 10.30-19.30
chiuso lunedì e martedì
Ingresso gratuito
in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Modena