RAGUSA FOTO FESTIVAL
DAL 28 AGOSTO, PER UN MESE, LA FOTOGRAFIA TRASFORMA RAGUSA IBLA IN UNA GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA
Fino al 28 settembre mostre diffuse tra i palazzi barocchi di Ibla, ospiti internazionali e paesaggi indimenticabili.
Un intero quartiere che si trasforma in una galleria d’arte contemporanea nel cuore del barocco ibleo, nel Val di Noto. Ragusa Ibla, tra i borghi più suggestivi d’Italia, assume il ruolo di una destinazione culturale dove la bellezza della Sicilia dialoga con la fotografia contemporanea internazionale. È questo lo scenario del Ragusa Foto Festival, prima rassegna siciliana di respiro internazionale dedicata ai diversi linguaggi della fotografia contemporanea e alla valorizzazione dei giovani artisti. In questi anni il Festival, ideato e diretto da Stefania Paxhia, giornalista e ricercatrice sociale, ha saputo unire la ricerca artistica all’attenzione per il territorio, trasformando Ibla, quartiere più antico della città, in una vera e propria piattaforma espositiva diffusa tra i magnifici palazzi iconici – Palazzo Cosentini, Palazzo La Rocca, Auditorium San Vincenzo Ferreri – e i luoghi della vita quotidiana, come il Giardino Ibleo, cuore verde e quartier generale del Festival.
Patrocinata dalla Commissione Italiana UNESCO, la tredicesima edizione, “Oltre l’apparenza”, sotto la direzione artistica di Massimo Siragusa, fotografo e docente di fotografia, in programma dal 28 agosto al 28 settembre, apre con quattro giornate inaugurali – dal 28 al 31 agosto – e un programma ricco di appuntamenti. Talk, letture portfolio, premi, workshop, seminari, proiezioni, visite guidate e presentazioni di libri, animeranno il lungo weekend insieme ad autori, critici, fotografi, curatori e professionisti del settore, provenienti da tutta Europa, per incontrare tanti giovani e appassionati di fotografia.
Grazie alla capacità della fotografia di rendere visibile ciò che spesso diamo per scontato, Jessica Backhaus, Stefano De Luigi, Charles Fréger, Maria Lax, Maud Rallière, Alessia Rollo, Johannes Seyerlein e Cristina Vatielli sono gli artisti in mostra che ci offriranno la loro visione sul tema di quest’anno. Insieme al progetto dedicato al territorio di Francesca Todde, giovane artista di respiro internazionale, in Residenza a Ragusa grazie al sostegno di Fondazione “Cesare e Doris Zipelli” della Banca Agricola Popolare di Sicilia.
Tra i progetti esposti, il corto “Compagni di Viaggio”, diretto da Sara De Martino e prodotto da Fondazione Con il Sud; grazie alla collaborazione con lo IED di Roma (Istituto Europeo di Design), un lavoro interdisciplinare sul tema di quest’anno, realizzato dagli studenti del II° anno, per offrire una concreta opportunità di crescita professionale e creativa. In mostra la vincitrice del premio Miglior Portfolio 2024, Flora Mariniello, e il progetto in menzione di Antonello Ferrara.
Inoltre, quest’anno saranno in mostra i progetti selezionati con due call internazionali che hanno raggiunto un risultato sorprendente, che attesta l’attenzione e la partecipazione diffusa in tutto il mondo ed evidenzia la voglia di esporre al Ragusa Foto Festival. Andrew Rovenko,Danae Panagiotidi, Melisa Oechsle, O’Shaughnessy Francis e Cataldo – De Marzo sono i fotografi selezionati tra 250 candidature per la call dedicata alla fotografia analogica, realizzata insieme al collettivo Analog Milano. Risultato importante anche per la call dedicata al Circuito OFF del Festival, curata da Alfredo Corrao e da Emanuela Alfano con la collaborazione del Circolo Fotografico ASA 25 di Vittoria (Rg), con 148 candidature e un totale di 625 immagini inviate da tutto il mondo, segno tangibile di un dialogo costante tra visioni locali e sguardi globali. Circa 40 gli autori selezionati che saranno esposti sia on line, in un’apposita sezione del sito del Festival, sia presso le diverse realtà che hanno aderito al progetto del Circuito Off.
Tra gli appuntamenti imperdibili delle giornate inaugurali, la presentazione della riedizione del libro “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri, in collaborazione con il MUFOCO, Museo della Fotografia Contemporanea, presentata dal curatore Matteo Balduzzi e da Carmelo Arezzo, presidente della Fondazione Cesare e Doris Zipelli di Baps, seguita dalla proiezione del film “Viaggio in Italia vent’anni dopo”.
Nel corso delle giornate inaugurali, sono previste diverse attività di formazione: il workshop sulle “Nuove pratiche della fotografia documentaria” curato dalla fotografa Alessia Rollo; il workshop su editoria e fotografia “Editoria oggi. Come si costruisce un libro fotografico” tenuto da Claudio Corrivetti, fondatore Casa Editrice Postcart, Roberto Vito D’Amico e Antonio Calandra Graphic Designers. Il workshop “Fermo immagine” diretto da Alfredo Corrao, docente di fotografia ed esperto del MIC, dedicato alla formazione teorico-pratica sull’archivio fotografico come memoria e strumento attivo di conoscenza e infine il workshop “Dare forma all’invisibile” a cura di Angelo Raffaele Turetta, che guiderà i partecipanti alla ricerca di un nuovo personale linguaggio, con una giornata, il 29 agosto, dedicata alla festa del patrono della città, San Giovanni.
Partner culturali: Istituto Europeo di Design, IED di Roma, Aaster Consorzio di Ricerca sociale di Milano; MUFOCO, Museo della Fotografia Contemporanea, Fondazione Con il Sud, SISF, Società Italiana per lo Studio della Fotografia; Consorzio Universitario di Ragusa, AnalogMilano, collettivo di giovani fotografi.
Tutte le informazioni e aggiornamenti sono disponibili online sul sito
www.ragusafotofestival.com e sui canali social ufficiali
Instagram: @ragusa_fotofestival
EDIZIONE 13 “OLTRE L’APPARENZA”
PROGETTI IN MOSTRA
JESUS AND THE CHERRIES – Jessica Backhaus
Realizzato tra il 2021 e il 2025, il progetto Jesus and the Cherries è un viaggio nella Polonia del cambiamento. Sono immagini realizzate a Netno, un piccolo paese rurale che potremmo ergere a simbolo delle trasformazioni conseguenti a quel momento storico di passaggio culturale determinato dalla caduta del muro di Berlino. Sono fotografie coloratissime, che alternano intensi e coinvolgenti ritratti ad altri momenti, in cui l’attenzione per il particolare ci invita a cogliere i primi segni di contaminazione di un mondo che sarebbe scomparso di lì a breve.
Nata a Cuxhaven nel 1970, Jessica Backhaus si trasferisce a Parigi a sedici anni dove studia fotografia e comunicazione visiva. A New York dal 1995 al 2009, sviluppa la propria ricerca artistica influenzata da importanti fotografi. È considerata una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea tedesca. Le sue opere sono presenti in collezioni internazionali e sono state esposte in prestigiosi musei e gallerie. Ha pubblicato undici monografie e vive e lavora a Berlino dal 2009. Nel 2012 il FOAM di Amsterdam le ha dedicato un documentario.
TELEVISIVA – Stefano De Luigi
Televisiva è un viaggio che ci riporta indietro nel tempo, in quel periodo storico-politico dell’Italia caratterizzato dalla sorprendente ascesa al potere di Silvio Berlusconi. Un viaggio giocato attraverso il racconto dei palinsesti televisivi dell’epoca: un progetto che racconta chi siamo, perché riconosciamo facilmente i volti dei protagonisti, il kitsch degli studi e dei costumi delle veline. Un percorso visivo che ha il significato di un documento che, visto con lo sguardo di oggi, assume ancora più importanza nell’aiutarci a comprendere le conseguenze sociali e culturali che quel linguaggio televisivo ha impresso all’Italia.
Nato a Colonia nel 1964, vive e lavora a Parigi. Ha iniziato la carriera come fotografo al Museo del Louvre. Ha pubblicato sette libri, tra cui Pornoland, Blanco e Televisiva. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui quattro World Press Photo e il Getty Grant. Collabora con riviste internazionali come The New Yorker, Geo e Paris Match. Ha esposto in musei e gallerie in Europa, America e Asia. È membro della VII Foundation dal 2008 e docente per la VII Academy.
LES PERSPECTIVES – Charles Fréger
Iniziato come reazione alle chiusure determinate dal lockdown durante il periodo del Covid, e ispirato ad un quadro di Manet dove è ritratta una famiglia borghese al balcone, Les Perspectives è un progetto video che si interroga sulla relazione tra noi e la nostra intimità, e il fuori, l’altro da noi. Il video scandisce una lunga sequenza di porte e finestre aperte e chiuse ossessivamente dagli abitanti. La porta e la finestra come soglia che divide il privato dal pubblico, e che simbolicamente rappresenta la dicotomia tra la necessità che sentiamo di proteggerci, di salvaguardare il nostro spazio più intimo e personale e il bisogno di aprirci, di creare relazioni all’esterno. Di andare incontro al mondo, con un atto rischioso ma inevitabile.
Nato nel 1975, vive in Normandia. Da oltre vent’anni esplora visivamente comunità sportive, militari, festive e scolastiche, con un approccio quasi enciclopedico. Il suo lavoro si concentra sul corpo e l’abbigliamento come simboli identitari. Dal 2010 indaga i travestimenti rituali in Europa, Giappone, Americhe e India. Dal 2015 sperimenta con sagome e icone culturali, come Giovanna d’Arco. Ha esposto in istituzioni internazionali e pubblicato numerosi libri, tra cui Aam Aastha e Souvenirs d’Alsace. Con il progetto Les Perspectives Charles Fréger riflette sul confine tra intimità e spazio pubblico durante il lockdown. Ha esposto in numerosi musei e gallerie a livello internazionale.
TAKEN BY THE TIDE – Maria Lax
Tutti noi abbiamo una nostalgia o un luogo che abbiamo voluto abbandonare. A tutti noi è capitato di sentirci spaesati, di vagare in un flusso di movimento continuo, tra il punto da cui siamo partiti e un altro, sconosciuto e nebuloso. Il progetto di Maria Lax è il racconto di un viaggio e di un ritorno, giocato più sul piano emotivo che su quello fisico del riappropriarsi di un luogo. Dopo avere viaggiato per tutta la vita, inseguita costantemente dalla sensazione di non appartenere a nessun luogo e di non avere radici, l’artista prova a mettersi in gioco e a confrontarsi con il passato e con la sua terra in un percorso di ricerca di una casa attraverso i mille rivoli della memoria.
Maria Lax è un’artista finlandese di base a Londra. Il suo lavoro affronta il concetto di identità, fede e folklore attraverso la fotografia e il video. Esposta a livello internazionale, Lax ha vinto il premio Female in Focus del British Journal of Photography 2019, è stata finalista del BJP Portrait of Humanity 2020, del Photography Grant del PHMuseum nel 2020 e selezionata tra i Best New Talent of Photo London 2020 dal Guardian. Nel 2021 Lax ha ricevuto il Finnish Art Promotion Centre’s One Year Grant.
CORPS A’ CORPS – Maud Rallière
Il corpo protagonista di queste immagini è il corpo di una donna sensibile, sensuale e forte. La fotografa interviene quasi direttamente, modellando la pelle delle sue modelle attraverso un intervento di luci, di sagome o di chiazze proiettate, che ci portano a ridefinire la materia stessa del corpo. Un progetto che potremmo definire quasi un’antinomia, un gioco tra caldo e freddo, tra spiritualità e sensorialità, tra psiche e lussuria.
Fotografa e regista francese, Maud Rallière fa parte della nuova generazione della scena visiva contemporanea. Dopo gli studi in arti applicate e fotografia alla Gobelins di Parigi, ha lavorato per marchi di lusso come Paco Rabanne e Jean Paul Gaultier. Oggi lavora come freelance, sviluppando una visione personale tra moda e arte. Le sue immagini esplorano il corpo femminile in tutta la sua forza e sensualità, con uno stile materico, sensoriale e coinvolgente. Vive a Parigi ed è rappresentata dall’agenzia FMA.
PARALLEL EYES – Alessia Rollo
Prendendo come riferimento la ricerca antropologica e visiva guidata da Ernesto De Martino a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, Alessia Rollo, con il progetto Parallel Eyes, ha voluto ridefinire gli stereotipi con cui è stato raccontato il Sud Italia. Il percorso creativo di cui l’autrice si serve per allontanare la visione di un Sud come permeato da una cultura folclorica, e per questo subalterna, si risolve in due direzioni diverse. Da una parte elaborando in chiave contemporanea il vasto patrimonio iconografico dell’epoca, così da restituire alle immagini magia e ritualità. Dall’altra, realizzando un nuovo percorso visivo dei riti ancora esistenti, per allontanarli dalla documentazione del reale e accostarli verso un maggiore coinvolgimento culturale e sensoriale.
Alessia Rollo è un’artista visiva nata nel 1982 nel Sud Italia, dove vive e lavora. La sua ricerca si concentra nell’area del mediterraneo su temi legati alla storia di questo luogo e delle sue comunità per offrirne una riflessione contemporanea attraverso il linguaggio fotografico. I suoi progetti sono spesso orientati ad espandere il senso di comunità attraverso la riappropriazione di storie, memorie e materiale visivo: mescola un approccio di presa diretta a stage photography, manipolazione di immagini e ibridazione con altri linguaggi artistici. Ha esposto i suoi progetti in numerose mostre nazionali e internazionali sia personali che collettive e ha svolto residenze artistiche per istituti e fondazioni in diverse parti del mondo.
SACRED INTERSPACES – Johannes Seyerlein
Le sacrestie sono luoghi particolari, che racchiudono significati diversi e giocano molteplici ruoli. Spiritualità e materialità si sovrappongono in una relazione di condivisione di spazi e significati. Sembra naturale vedere la funzionalità tecnica di un quadro elettrico convivere semplicemente con il simbolismo custodito da un Cristo accovacciato e pensoso. Così come naturale è la presenza di un lavabo accostato a Vangeli e messali. Nel progetto Sacred Interspaces sacrestie di grande fascino e storia si alternano ad altre dai muri scrostati, dai tavoli di finto legno, dalle piante di plastica, e con mille oggetti affiancati tra loro. E allora, nell’osservazione attenta di queste immagini, appare possibile riuscire a tracciare un valore di scala economica e culturale delle diverse regioni europee e cogliere il confine sottile con cui riusciamo, alle volte, ad essere potentemente dissacranti anche senza volerlo.
Nato a Monaco nel 1966, ha studiato Teologia Protestante e successivamente fotografia. Ha lavorato con il Bavarian State Ballet e lo Stuttgart Ballet, e dal 1997 si dedica alla fotografia freelance nei settori del teatro e dell’architettura. Si è formato all’Accademia di Belle Arti di Monaco sotto la guida di Günther Förg. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, tra cui la Bavarian State Painting Collection, E-ON Art Collection e la Duke Franz of Bavaria Collection. Il suo progetto Sacred Interspaces indaga la convivenza tra sacro e profano. Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private.
TERRA MATER – Cristina Vatielli
La terra è la nostra fonte di vita. È madre fertile con cui stabilire un rapporto simbiotico e di equilibrio, spesso distrutto dall’aggressivo intervento dell’uomo. Cristina Vatielli si è messa in una posizione di ascolto del respiro della natura, rannicchiata in posa fetale. Fotografie riprese dall’alto che la ritraggono quasi in simbiosi con la terra, immersa in paesaggi fantastici e inquietanti al contempo. Con questo progetto la fotografa ha cercato una relazione, un momento di riflessione sul dramma espresso da una terra trasformata in madre infeconda. Un’infertilità che si trasmette all’uomo, e che la fotografa e il suo compagno vivono e subiscono in prima persona.
Nata a Roma nel 1983, ha studiato Storia dell’Arte e Fotografia e ha iniziato come assistente di Paolo Pellegrin. Dopo anni nella post-produzione per fotografi internazionali, si dedica a progetti personali dal taglio storico e documentaristico. Tra i lavori più noti Exilio de dentro, Le donne di Picasso e Terra Mater. Il suo linguaggio mescola autoritratto e messa in scena. Ha collaborato con importanti riviste e gallerie ed è protagonista di un documentario SkyArte (2023) nella serie Le Fotografe.
