BILL VIOLA A FIRENZE

Di Mariateresa Cerretelli

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La retrospettiva Bill Viola. Rinascimento elettronico a Firenze fino al 23 luglio a Palazzo Strozzi mette in mostra oltre quarant’anni di carriera di uno dei pionieri della videoarte con una selezione di ventisei opere in grado di coprirne tutte le fasi creative dalla meno nota produzione degli anni Settanta fino agli ultimissimi lavori, una delle più grandi e complete mai realizzate sull’artista. Il titolo vuole evocare l’arte del passato, in particolare quella fiorentina che è stata ispirazione e punto di riferimento dell’artista, e la componente tecnologica, elemento centrale nella pratica dell’arte delle immagini in movimento.

La prima produzione di Bill Viola, risalente agli anni Settanta, è ampiamente rappresentata in mostra con una sezione dedicata nella Strozzina e, a Firenze, Bill scoprì, oltre al Rinascimento, la vera “funzione” delle opere d’arte all’interno della vita, umana e sociale. Nel 2003, l’artista statunitense lo spiega in dettaglio:

«Dopo una visita agli Uffizi sentivo fortemente che i musei erano stati creati per l’arte e non l’arte creata per i musei, come accadeva nella scena contemporanea che avevo lasciato a New York. Inoltre, molte delle opere medievali e rinascimentali che avevo visto in quei primi mesi a Firenze non erano neanche nei musei. Erano nella comunità, in luoghi pubblici come cattedrali, chiese, cappelle, corti, monumenti, uffici municipali, piazze e facciate di palazzi e, di più, molte opere erano ancora nei luoghi per i quali erano stati commissionati cinquecento anni prima. L’atmosfera era satura di idee d’arte e di cultura. Avevo capito presto che qui la storia era veramente parte del presente. E che le idee più nuove circolavano in un insieme più grande. Mi ricordo che spesso vedevo una vecchietta per strada che veniva la mattina a mettere l’acqua fresca o dei fiori nuovi sotto un quadro della Madonna in una piccola edicola all’angolo del suo palazzo. Questo ha dato un contesto nuovo alla mia idea di apprezzamento artistico».

La Visitazione, la grande tavola del giovane Pontormo raffigura l’incontro di Maria ed Elisabetta, entrambe incinta, mentre le altre due donne sono il loro alter ego, ma prive di aureola. Questo sdoppiamento e l’effetto straniante, caratteristico della Maniera, provocato dalla sproporzione tra gli edifici popolati di figurine e le donne gigantesche in primo piano avvolte da ampi panneggi, hanno reso l’opera famosissima. Sono stati soprattutto i colori intensi, corposi e quasi dissonanti come i verdi, il petrolio, il rosa e l’arancio a impressionare Bill Viola: « Il mio incontro con il quadro è avvenuto in California. Ero andato in una libreria… vedo con la coda dell’occhio un… nuovo testo sul Pontormo. Sulla copertina era riprodotta la Visitazione, mi colpirono i colori. Di quel quadro non sapevo niente, ma non potevo smettere di guardarlo. Ho comprato il libro e l’ho portato a casa. Ma aspettai mesi prima di prenderlo in mano. Alla fine, apro il libro, lo leggo, resto affascinato dalle idee, dai colori di quel pittore. Nasce così l’idea di The Greeting» .

www.palazzostrozzi.org

Artist:
Bill Viola
Location:
Palazzo Strozzi Firenze
Interview by:
Mariateresa Cerretelli