SEMPLICEMENTE CORI

A tu per tu con Cori Amenta, la shoes designer dietro uno dei marchi più fashion del momento by Valentina Marchioni


L’ultima collezione di Cori Amenta è un variopinto distillato di glamour. Nappe, giummi siciliani, vernici dalle tinte forti e briose, fasce di pelle metallizzate oro e platino impreziosiscono scarpe di vario tipo: ai tanto Cori-atteristici tacchi a spillo si affiancano ora sandali flat colorati e ultraleggeri. Una palette di colori frizzanti e molto sofisticata che riflette alla perfezione lo stato d’animo attuale della stilista: sereno ed impaziente.
Quattro anni fa nasceva il brand Coriamenta.
Era il 2012, “un periodo difficile” ricorda la shoe designer “[nel quale] io mi proponevo con un prodotto particolare in un momento sostanzialmente di crisi in cui si faceva fatica a vendere l’ordinario”. Certi inizi non sono semplici, ma quando la caparbietà e la volontà di intraprendere un percorso sono supportate da un grande talento e da un’autentica qualità allora è solo questione di tempo. E ora è tempo di tirare il fiato. “Sono tante le cose interessanti che mi portano a pensare che il periodo nero, brutto e complicato sia alle spalle e finalmente questo mio sogno sta diventando una cosa concreta”.
Cori oggi è una donna felice, realizzata professionalmente e appagata sentimentalmente.
E’ un periodo molto positivo per lei ed il suo brand. Sempre più negozi vogliono le sue scarpe e questo 2016 appena iniziato è ricco di bellissimi progetti e tante idee. Ha appena firmato un nuovo contratto di produzione con alcune aziende che rappresentano quell’eccellenza calzaturiera italiana tanto ammirata nel mondo e in vista c’è anche altro ma Cori non si sbilancia perché “finché
non si firma non si parla”.
Incontrandola si capisce subito che Cori Amenta oltre che essere una donna brillante, vulcanica e piena di idee -come si addice ad una vera creativa- è anche dotata di un forte pragmatismo e di una visione lucida e concreta della vita e del suo lavoro. Qualità queste che, mescolate con estro e creatività, diventano utili strumenti di lavoro per la bella ed enigmatica stilista siciliana.
T
ante le sfide che questa creativa, oggi tra le più apprezzate nel suo settore, ha lanciato a se stessa e al mondo. C’è quella personale, che in quanto tale appartiene a lei e alle persone che le sono più vicine. Ma c’à anche quella professionale, legata al marchio Coriamenta fortemente voluto e a lungo sognato.
La i
ncontriamo durante lo shooting fotografico di Tino Vacca. L’abito seta fantasia che indossa le fascia un corpo statuario e sottile.
Parlare con Cori Amenta è sorprendente. Nulla in lei è ciò che sembra. Il suo amore per il clubbing, per gli eccessi e per l’abbondanza delle linee barocche, lasciano spazio ad una persona autentica, vulcanica e trasparente con una grande voglia di normalità ed un desiderio: “
essere semplicemente Cori”, apprezzata per la qualità delle sue creazioni. Che oggi sono scarpe, domani chissà.


Cori, nella tua ultima collezione (SS2016) prevale il tema della dominazione spagnola in America latina seppur con evidenti contaminazioni tra l’antica Grecia, i giummi siciliani e lo psichedelico anni 70? Come mai hai scelto questo tema? Cosa ti ha ispirata?

Sono una persona molto curiosa a cui piace molto andare a ballare, la vita sociale, il club.
Amo Amanda Lear e gli anni ’70 e questo mio gusto un po estremo glamour
, così sopra le righe c’è sempre. Sono molto affascinata dall’arte e mi piace molto il Barocco. E’ il mio stile preferito.
Io vengo da Noto ed il Barocco fa parte di me, del mio DNA. Tutto ciò che mi riporta a quel gusto a quei colori a quelle atmosfere mi appartiene. La dominazione spagnola risale all’epoca in cui è stata fondata Noto, siamo nel 1760. Da qui dunque la connessione ed il tributo a questo periodo. I miei punti fissi sono questi: le mie origini, il mio modo di concepire la vita un po’ allegro e spensierato. Cambia il packaging ma l’ispirazione deriva sempre da quello.

Eppure rispetto alle precedenti, questa collezione mi sembra più -passami il termine- bon ton, quasi borghese direi. E’ una mia impressione o le piume, gli strass, gli intrecci, i fiori di seta, le conchiglie e pietre preziose che ornavano la collezione SS 2015 hanno lasciato spazio ad altro.

Mi auguro sia così, che ci sia un’evoluzione. Questo mestiere lo impari facendo e quindi è giusto cambiare. Le piume, le conchiglie e tutto il resto hanno lasciato spazio ad altro. Poi c’è da dire che ho cambiato produttore e questi produttori sono più bravi nella modellistica e infatti i modelli di quest anno sono molto più intarsiati, sono presenti molti più mix di pelli.
I precedenti produttori erano bravissimi nei ricami.

Evoluzione ma anche di necessità virtù…
Anche le vendite ti fanno capire dove puoi spingere e cosa sia meglio produrre. Se fai cose troppo stravaganti che non vendi, ti rimangono sullo scaffale e questo non va bene. Io non sono una pittrice o una poetessa. Vivo e pago il mutuo come tutti. Con le scarpe è anche un discorso di aziende produttrici. Se lavori con un’azienda che fa benissimo i mocassini e tu chiedi scarpe con il tacco alto sarà una collezione che andrà male perché non li sanno fare. Vale anche il contrario ovviamente: prima non facevo tacchi bassi perché lavoravo con aziende specializzate in tacchi alti. Infatti nella tua ultima collezione c’è molto flat?
Si esatto.

A parte i numeri (intesi come taglie) e i materiali (pellami pregiati e inserti gioiello), cosa caratterizza le tue scarpe?

Io credo che l’unicità delle mie scarpe sia strettamente correlata all’unicità delle persone che le indossano. Sono donne interessanti quelle che hanno ai piedi le mie scarpe. Il valore aggiunto sei tu che le indossi. Io posso impegnarmi a farti sembrare il piede più piccolo se hai un 44 o a suggerire degli accostamenti di colore azzardati ma interessanti, ma se tu sei una persona interessante, il mio valore aggiunto è il tuo valore aggiunto.

Hai avuto molte interviste negli ultimi anni. E ognuna aveva qualcosa di profondo, intimo che andava oltre la semplice promozione del tuo brand. Sei una persona che si apre facilmente?
Ma guarda credo di essere una persona molto leale e dotata di un naturale contegno. Io cerco di rispondere nel modo più semplice, più immediato e sincero per far capire al mio interlocutore di non essere una stupida e di essere una persona pensante. Mi piacerebbe riuscire a sfatare -ma credo che ci stiamo riuscendo- i luoghi comuni sui transessuali che sono sempre gli stessi.
Se qualcuno ti deve offendere lo fa sempre nello stesso modo. Io quando rilascio un’intervista cerco di essere pulita e trasparente anche per far capire a chi legge che io/noi siamo delle persone umane con dei sentimenti, dei principi, dei valori. Io non ho preso scorciatoie per essere qua.
Ho fatto la Marangoni, ho studiato per tanti anni, mi sono ammazzata di studio e di lavoro. Non ho fatto giochini strani per arrivare ad ottenere ciò che volevo.

Delle tante interviste che ti hanno fatto, c’è una domanda a cui avresti sempre voluto rispondere ma che non ti hanno ancora posto?

Io sono disposta a rispondere a qualsiasi domanda tu voglia farmi e non c’è in realtà una domanda a cui vorrei rispondere più che ad altre.
(Così dice
Cori. Anche se non ci sembra proprio vero lasciamo cadere l’argomento e torniamo a parlare di scarpe)

Parliamo del tuo brand Coriamenta. Le tue scarpe sono bellissime.
C’è una parte di te che crede che al successo del marchio abbia in qualche maniera contribuito anche (non solo ovviamente) la tua personale esperienza?

La gente che acquista le mie scarpe sposa di base me. Detto ciò io mi auguro che le mie scarpe e il mio marchio prescindano dalla mia faccia, dal mio corpo e dal mio essere. Però quando fai un’intervista e come titolo scrivono “la stilista trans” allora è come se il fatto che io lo sia abbia la stessa importanza e peso della qualità del mio lavoro. E cosa vuol dire? Sarà un bel giorno quello in cui la gente si dimenticherà di questo lato che appartiene a me ed al mio compagno. Io consegno dei prodotti che i giornalisti fotografano e di cui scrivono. Certo c’è di buono che come effetto boomerang io sono molto più in vista di una designer “normale” perché attorno a me si crea più interesse. Sono coccolata, invitata..

Forse ciò che piace è la determinazione ed il coraggio della tua scelta.
Non ho vinto il premio Nobel, non sono né la prima né l’ultima. Mi reputo una donna decorosa, non brutta anche se non ho ambizioni da modella e quindi questa bellezza esagerata anche se non c’è non mi interessa. Ho una vita normale, lavo i piatti, stiro.. insomma….

Come tutte. Trovi difficile conciliare la tua vita privata e quella professionale?

Io penso che madri di famiglia che lavorano e hanno tre figli al mondo ce ne sono miliardi quindi non sono né la prima né l’ultima a lavorare e a gestire una casa, un compagno con lo svantaggio/vantaggio che figli non ne potrò avere e sarò quindi agevolata da quel punto di vista. Ho un compagno, una casa, faccio la spesa. Cose che si fanno tranquillamente. I problemi sono altra cosa.

Cori, oltre ad essere una bella donna sei anche una figura carismatica e molto intelligente.
Se te lo chiedessero lasceresti tutto per entrare in politica?
No.

Risposta molto secca e veloce la tua…
Io mi occupo delle cose che amo: scarpe, cappelli, borse, vestiti. Secondo me il problema è che molte persone, quando diventano un po conosciute cercano di entrare in ambiti che non sono propriamente i loro. Cantanti che parlano e fanno politica, modelle che parlano del razzismo. Ognuno deve fare il proprio mestiere. Io so fare scarpe. Magari saprò fare vestiti e borse e sfilare se devo fare una sfilacciatrice questo è quello che ho fatto per tutta la vita e quindi, so come si fa. Ma la politica è una cosa seria. Fatta da professionisti, da economisti, da gente che ha studiato e che ha un talento sopra la media, perché altrimenti l’Italia continuerà ad andare come adesso…

Non entro nel merito di questo tuo ultimo commento per non deviare troppo il discorso, ma insomma non ti vedremo mai candidata?

Mettiamola così. Mai dire mai, al momento penso ad altro.

Torniamo a parlare del tuo ambito. Da quello che dici sembra quasi che tu abbia qualcosa in mente…una linea di accessori Coriamenta?

Io non vedo l’ora. In questo omento ho appena firmato con un’azienda (per la produzione delle scarpe, ndr). Prima di pensare ad una mia linea di accessori lascio passare alcune stagioni. Al momento stiamo ampliando i numeri…Il resto lo vedremo. Sicuramente mi piacerebbe molto iniziare questa nuova avventura.

So che hai un compagno da molto tempo. Quanto è importante avere un punto fisso nella tua vita?

Ho una storia che dura da sei anni e devo dire che un uomo ti completa, ti aiuta, a volte è noioso, guarda la televisione e si addormenta, si arrabbia. La vita è fatta così.

Lui lavora nel settore della moda?

No, lui è un programmatore di macchine digitali.
E’ un uomo molto razionale e metodico. Molto diverso da me. Lui vuole mangiare alle 7:45, andare a fare la spesa il sabato. Però questa diversità tra di noi mi ha insegnato ad avere un equilibrio di tempi ed orari. A me piace molto stare con lui. La vita è fatta di un susseguirsi meraviglioso di momenti belli e brutti. Io non posso dire che tra un giorno sarò la donna che sono ora o che lui sarà lo stesso. Però posso dire che questi sei anni sono volati e quindi non sarà per sempre ma anche sei anni fa pensavo non sarebbe durata e invece eccoci qui. Quindi…

Quindi, state pensando al matrimonio?

Non so. Quando ci si rende conto che la persona che hai di fianco è la tua, automaticamente ti annoi, ti stufi perché non devi dimostrarle più niente. E quindi ti addormenti sul divano. A me piace avere l’ansia, stare attenta a non farlo andare via ma e per lui è lo stesso.

Il fatto che tu abbia un compagno pensi dissuada gli uomini dal “provarci”?

No. Io sono molto corteggiata ma sono anche molto fedele. Mi prendo tutto il buono di questo essere civetta che mi sono guadagnata dopo tanti anni di sacrifici e pianti e quindi dopo una parte di vanità e gratificazione lascio cadere la cosa.

Propositi per questo 2016 appena iniziato?

Propositi per un futuro prossimo ne ho tantissimi. Io amo non arenarmi nelle situazioni, mi piacerebbe tornare a lavorare come Fashion Editor per una rivista. Tra una stagione e l’altra magari. Mi piacerebbe dedicare un po’ di tempo a quello che in effetti è il mio mestiere: stylist.
Mi piacerebbe fare borse, ma ho sempre idee nuove. Ora mi gira per la testa l’idea di fare copri Ipad..

Hai detto borse: hai già in mente dei modelli?

Non saprei. Con questi tipi di prodotti sono le aziende che ti orientano. Se tu per esempio lavori con un’azienda che ha comprato degli allevamenti di caimani -dico per dire- improvvisamente ti trovi a fare delle borse di coccodrillo.
A me piacciono borse comode ma non troppo grandi perché per una borsa grande devi essere molto alta altrimenti risulti sproporzionata. La borsa grande è bella quando è floscia ma nessuno la tiene vuota e quindi su una donna alta 1,65 sembra un sacco enorme della spesa e onestamente non è bello.

 

Photographer:
Tino Vacca@www.tinovacca.com
Styling:
Alessio Surace
Hair & Make up:
Letizia Maestri
Models:
Cori Amenta
Text:
Valentina Marchioni