Polaroids, Betty Page by Maurizio Galimberti

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L’utensile fotografico assolve. L’autore risolve (testo dal catalogo)

 

Cinque anni fa, nel Duemilatredici, è stata compilata una approfondita biografia di Betty Page (altrove, Bettie Page). Se così vogliamo vederla e dirla, l’occasione fu offerta dal novantesimo anniversario dalla nascita: 22 aprile 1923, a Nashville, nel Tennessee, negli Stati Uniti. Oggi e qui, il progetto fotografico in forma creativa ed espressiva, quanto arbitraria, Maurizio Galimberti – Betty Page. Ready-made celebra un’altra data: il decennale dalla scomparsa, l’11 dicembre 2008, a Los Angeles, a ottantacinque anni, a oltre cinquant’anni dall’esplosione della sua personalità in profilo di modella elevata a cult… con quanto ne è conseguito, in mille fisionomie, a partire dal corpus fotografico lasciato da Paula Klaw -sul quale ha peraltro agito Maurizio Galimberti-, universalmente elevato a iconografia senza tempo, oltre che anticipatoria e ispiratrice.

Per quanto la biografia appena accennata sia per se stessa meritevole, la differenza tra le due ricorrenze, e le rispettive rievocazioni, è sostanziosa: per almeno due motivi, entrambi a favore della avvincente serie di Maurizio Galimberti, qui in commento e presentazione. Anzitutto, questi Ready-made celebrano il personaggio, e non la persona, che -a essere sinceri-, nella propria vita, non ha certo compilato capitoli e passi degni di alcuna nota; quindi, gli stessi Ready-made sono realizzati con cadenza e princìpi fotografici, verso i quali dobbiamo rivolgere una attenzione competente.

Quindi, per quanto non serva sottolineare il senso e valore del personaggio Betty Page, che ormai appartiene a un immaginario collettivo ampiamente registrato e rivelato, è ancora opportuno e necessario rimarcare la personalità dell’autore Maurizio Galimberti: una volta ancora, una di più, mai una di troppo, considerata la sua individualità e soggettività di raffinato autore contemporaneo.

Come da propria tipicità espressiva, anche qui, ancora qui, intervenendo su fotografie di Betty Page (realizzate negli anni Cinquanta da Paula Klaw), in forma di Ready-made (da e con Man Ray), si esprime con la fotografia a sviluppo immediato, suo stilema espressivo noto e riconosciuto. Nello specifico, ha utilizzato una configurazione attuale, tecnicamente disponibile da un paio di stagioni, flettendola a proprie intenzioni arbitrarie. E qui, come nell’essenza della sua opera fotografica tutta, scandita anche da una consistente quantità e qualità di monografie d’autore, Maurizio Galimberti compie una autentica azione creativa che stabilisce la sua convalidata e autorevole unicità, allineata peraltro all’unicità fisica e formale della sua opera. Infatti, per quanto, per proprio mandato, gli strumenti della fotografia assolvano da sé il capitolato fondamentale dell’immagine, soltanto l’animo e le capacità dell’autore consentono di andare oltre… fino alla risoluzione.

Straordinario attore e interprete del palcoscenico della fotografia d’arte (è proprio vero), anche e ancora con questi suoi Betty Page. Ready-made, Maurizio Galimberti dischiude le porte a quell’illusione che è essenza primaria e fondante di tutta l’espressività fotografica. Da e con Giacomo Leopardi: l’anima si immagina quello che non vede.

Se questa non è arte… diteci voi cos’altro è. Punto.

Maurizio Rebuzzini

Photographer:
Paula Klaw
Art Direction:
Popdam Magazine
Artist:
Maurizio Galimberti
Text:
Maurizio Rebuzzini